20 Mag La salute della persona non può prescindere dalla sua salute psicologica
Oggi mi trovo a scrivere perché un pensiero mi gira nella testa, il peggio sembrerebbe passato, l’emergenza di due mesi fa sembrerebbe arginata. Ma ora dove siamo? Ci chiedono di ripartire, ma come? Da dove? Non è semplice farlo in un qui ed ora confuso quando ancora siamo tramortiti da questa esperienza nuova, direi unica che stiamo attraversando.
Come uno tsunami ci ha travolto, tutto è stato momentaneamente sommerso e noi sospesi tra cielo ed acqua, tra respiro e apnea, tra mondo reale e nostro mondo interno più profondo e sconosciuto. Poi lo tsunami passa, l’acqua si ritira e cosa resta ai nostri occhi? O meglio cosa emerge dal fondo di questo tempo? E’ qui che stiamo ora.
Ripartire è necessario ma sarebbe importante per ognuno potersi fermare a guardare cosa è emerso dalla propria tempesta.
Avremmo bisogno di riflettere su cosa ha mosso dentro di noi questo tempo dilatato, colmo di richieste contrastanti come il restare vicini nella lontananza, rimanere tranquilli di fronte al pericolo di morte, essere sereni nell’isolamento forzato e protratto.
Quando i miei pazienti arrivano in studio portano con sé un’esperienza dolorosa e dico sempre che in realtà questa sofferenza sta facendo loro un regalo prezioso perché solo attraverso di essa potranno apprendere qualcosa in più di sé stessi, di come si muovono nel mondo delle loro relazioni e dei loro legami.
Quale può essere il regalo che ci offre questa vicenda “pandemica”?
Penso sia in questo momento, prendere consapevolezza di quanto abbiamo sentito “sott’acqua” e che ora sta fermo lì a riva.
Potremmo anche essere spaventati da ciò che abbiamo avvertito di noi stessi e potremmo correre il rischio di lasciarlo andare alla deriva. Dico rischio perché abbandonare questi “detriti” di noi stessi non ci permetterebbe di trasformare questo vissuto in opportunità, in un regalo offerto da questo grande mistero meraviglioso che è la vita.
Fermarsi e guardare il senso di impotenza, la rabbia, la perdita, la paura dell’ignoto, la solitudine, sentire il bisogno profondo di contatto, di protezione, d’amore e di ascolto. Ognuno di noi avrà avvertito chissà quante emozioni e sentimenti contrastanti e spesso taciuti.
Non c’è né giusto né sbagliato. C’è quello che è dentro di noi. Oggi sotto la luce del sole. Osservarlo, conoscerlo, dargli legittimità di esistere e infine trovargli un posto. Credo sia questa l’opportunità da cui poter ripartire, per noi stessi prima di tutto il resto.
La salute della Persona non può prescindere dalla sua salute psicologica.