13 Gen Nuove speranze per lo Psicologo di Base
Pochi giorni fa sono state pubblicate le traduzioni in italiano del Piano d’Azione per la Salute Mentale 2013-2020 (WHO Mental Health Action Plan 2013-2020) e del Piano d’Azione Europeo per la Salute Mentale (European Mental Health Action Plan), che guideranno le politiche in tema di salute mentale fino al 2020.
Ma ora forse qualche possibilità in più di vedere realizzato il progetto dello psicologo di base sta emergendo, progetto che da anni viene già sperimentato in affiancamento al medico di base in iniziative territoriali, si stima infatti che il 50% del disagio somatico presentato dai pazienti al medico di base nasconda origini di natura psicosociale.
Secondo l’Oms, tra i principali ostacoli ci sarebbe la carenza di personale formato per le cure non farmacologiche, anche se, in Italia negli ultimi anni gli psicologi sono aumentati notevolmente proprio in relazione all’aumento delle sofferenze psichiche.
Di certo c’è da fare i conti con le case farmaceutiche, le quali durante la sperimentazione dello psicologo di base si sono viste ridotte i loro introiti annui del 20%, e poi anche con i pregiudizi che aleggiano ancora intorno alla figura dello psicologo e all’idea che i suoi pazienti siano solo persone “particolari”, con il risultato che si arriva nel suo soltanto dopo averle provate tutte.